Il film è una fotografia quasi asettica e parecchio convenzionale della composizione della società giapponese contemporanea. “Tokyo è divisa a compartimenti” dice una delle protagoniste “ognuno deve rimanere dentro il proprio”
Rapporto, tramite un uomo in comune, tra due giovani donne provenienti da due diversissime realtà sociali, personaggi un po’ troppo tagliati con l’accetta, nessuna sfumatura che le contraddistingua.
Ma la parte più banale in assoluto è che l’unica felice tra le protagoniste risulta quella che decide di non sposarsi e vivere della propria arte.
Peccato perché le immagini sono proprio belle e gli attori molto credibili. Ma la storia manca completamente di qualsiasi originalità.
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