Una riduzione di teatro in scatola degna dei migliori sceneggiati Rai anni ’70 che tentavano di riprodurre claustrofobicamente le quinte del palcoscenico senza un minimo di dinamicità e tanti momenti ingessati.
Non tutti i copioni teatrali possono essere trasposti con una resa pari a quella che hanno sul palcoscenico, e la storia di quello che succede più o meno in tempo reale durante la registrazione di un disco durante gli anni ’20 è fra questi.
Nonostante l’evidente professionalità di tutti, era meglio fosse stato realizzato come un film TV, anche perché trovo del tutto esagerato il primo posto in classifica nelle più attendibili previsioni dei prossimi #Oscars2021 come Miglior Film, Miglior Attore e soprattutto Miglior Attrice, con una Viola Davis ben truccata ma presente in tre scene in tutto.