Film azero, autoprodotto e senza distribuzione, fatto con 85 euro o poco più (!). Date le premesse, l’ambientazione non può che essere un interno familiare, madre padre figlio. Le dinamiche quasi impercettibili tra i tre provocano un incidente ambiguo: lo spettatore non saprà fino alla fine cosa sia successo veramente, quale sia la verità.
Ottimo l’ uso della fotografia e delle luci negli interni, il regista si affida alla bravura dei suoi attori (e fa molto bene) usando primi piani estremi e lunghissimi, nei quali le espressioni aiutano il compimento della trama.
Il finale è una citazione piuttosto manifesta a Vive l’Amour di Tsai Ming Liang.
Piccolo gioiello da recuperare.
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